Con Amore, per Amore, in perfetto Amore Eucaristico

C.O.M.S. Comunità Opera Missionarie Sacerdotali



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SANTISSIMA EUCARESTIA. PARTE II

18.06.2015 16:31

Parte II.

Continuando il nostro cercare, chiedere, bussare alla porta del Cuore, nella Sua Trinitaria, infinita e profonda Misericordia, dobbiamo cercare di comprendere che tutto ciò che si è meditato fino ad ora non avrebbe senso se non fossimo intenzionati ad accogliere la gioia, il dolore, il sacrificio, la rinuncia come un percorso di santificazione. Ciò che ci fa sentire tenerezza, amore ed affetto e ci rende disponibili all’Agape divina è il percorso di purificazione.

1-non pregare solamente per chiedere ciò che ci interessa materialmente, se non quando si tratta del pane quotidiano, della salute e del bene altrui. La Cordata d’Amore è stata ampiamente emulata, anche se sotto nomi diversi, ma ha ricordato a tutti, in generale, che si deve pregare per i malati, per i poveri, per i carcerati e rinunciare a chiedere per noi stessi è una purificazione che ci aiuta ad essere meno egoisti. Dare non è uguale a prendere, avere e al potere. Lasciare il primo posto a chi ne ha bisogno non è rinunciare a una carriera, ma è lasciar fare a Dio.

Purificando il cuore s’impara a vivere un profondo, profondissimo amore per il Sacrificio Eucaristico che è il Dono d’Amore più generoso, misericordioso e intrinsecamente Agapico, cioè Trinitario, perché è il Dono di un Dio che ha pagato in prima persona i privilegi, i doni, i talenti, i carismi, le virtù e ci ha dato la possibilità di innamorarci della Santificazione. La Santificazione non è fatta per questo mondo, non ci impegna per ottenere potere, denaro, vantaggi dalla corruzione mondana che ci ha portato ad essere un mondo invaso dal maligno.

Imparare a dare non è facile come esprimere il proprio egoismo, intrinseco nel profondo del male che ci abita a causa del peccato. Imparare ad adorarLo fino ai confini della Terra e unirci spiritualmente a tutto il celebrare il Divino Sacrificio di Gesù Cristo significa essere nella scelta che lo Spirito Santo ci conduce a realizzare come compimento e perfezione del Sacrificio Eucaristico. Ricevendo l’Eucarestia riceviamo la transustanziazione del Corpo, Sangue, Anima e Divinità che accogliendoLi con una vera Fede e un vero Amore lo Spirito in noi transustanzia questo miracolo quotidiano in Santificazione; i Doni dello Spirito Santo, Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà, Timore di Dio nient’altro sono che la concreta realizzazione quotidiani, Sacramento per Sacramento, Eucarestia per Eucarestia, giorno dopo giorno, quello che realizza lo Spirito Santo con il Sacrificio di Cristo per noi. Perdono dei peccati, purificazione dell’Anima, pensieri, parole ed opere disintossicate dalla mondanità e rese degne di Dio. per l’offerta incessante che Cristo continuamente su tutti gli Altari del mondo ci dona per fare di noi una componente importantissima della salvezza del prossimo in comunione con Cristo, per Cristo, in Cristo.

La Messa non è solo un grande miracolo Eucaristico ed incessante, ma con la nostra vita, donata per amore, con amore, in perfetto Amore Eucaristico, diventa una cosa sola con il Redentore, il Salvatore, il Pane disceso dal Cielo: “non son più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”  (Gal. 2,20). Ecco perché la Santa Messa è una liturgia di ascolto della Parola “era il Verbo, veniva nella Sua casa, ma i Suoi non l’hanno ricevuto” (Giovanni 1,1-18) e il Verbo è un messaggio di Dio a un popolo che voleva trasfigurare per mezzo del Figlio Suo, Gesù Cristo. La Parola di Dio ascoltata col cuore diventa interpretazione anche di concetti umani e nell’ascolto il cuore prende dimensioni escatologiche, cioè soprannaturali, non per i nostri meriti, ma perché il Verbo di Dio realizza ciò che dice e non ciò che viene detto, soprattutto quando l’omelia parla di cose che accadono nel mondo a persone che non dovrebbero essere di questo mondo, perché Cristo ha risposto a Pilato “tu lo dici che io sono Re, ma il Mio Regno non è di questo mondo”. Ora, il percorso di purificazione durante la liturgia, cioè il culto di ascolto, di adorazione, di ringraziamento, di desiderio profondo di attingere all’Acqua divina che è scaturita dal costato di Cristo per segnare la nostra vita come un dono di Dio per il prossimo.

Per imparare dunque ad adorarLo fino ai confini della Terra si deve cercare consapevolmente concentrati nel Mistero di Fede per sentirsi veramente una cosa unica, come il Corpo di Cristo in noi; un Mistero di Fede che si realizza perché è Parola di Dio, è Parola di Cristo che ha chiesto al Padre “così come Io e Te siamo una cosa sola, che anche loro in Me siano una cosa sola”. Se dovessimo andare a Messa come dottori della legge, come persone che hanno studiato a memoria la Bibbia saremmo come i dottori nella Sinagoga, perché non abbiamo la cultura adatta per approfondire e come loro hanno odiato il Cristo, come loro hanno combattuto la Messianicità del Cristo, noi appena fuori dalla chiesa e appena incontriamo chi era a Messa con noi disperdiamo il valore del Verbo di Dio dentro di noi, perché siamo pronti a chiacchierare e forse anche a sparlare. Lo Spirito Santo non può santificare chi non si immerge nelle profondità, nelle altezze, nelle lunghezze, nelle larghezze con l’intenzione profonda di lasciarsi guidare, di lasciarsi illuminare, di lasciarsi correggere da quel dialogo interiore che il Dialogo di Dio dovrebbe poter scatenare in noi. Dopo aver sentito parlare un qualsiasi oratore di comizi con tutta l’immensità delle bugie, delle falsità, della demagogia non dimentichiamo una virgola di quello che ha detto e ci lasciamo “impapucchiare” dal dire di chi poi, dopo essere stato eletto, invece, dimentica tutto e fa tutto il contrario.

Il Verbo di Dio è Colui che è l’Eterno che è Amore, perché essendo Dio non è separato né dal Padre né dallo Spirito, dunque quando viene e per opera dello Spirito Santo ci illumina, come facciamo a dire che siamo andati a Messa se qualcuno ci chiede il Vangelo del giorno e dopo poco non lo sappiamo più???!!!

Esaminare con profonda coscienza figli e figlie di Dio che frequentano la Paterna Maternità di Dio, il loro vivere deve mettere al centro di ogni pensiero, desiderio, apostolato il più profondo dono di se stessi a gloria di Dio, non si può andare a prendere l’Eucarestia e poi vivere per la gloria del mondo. Certo, la gioia di Cristo si trova solo in Cristo, ma proviamo a considerare minuto per minuto cosa significa essere parenti, amici devoti e sinceri di Colui che è venuto a dare la vita per noi. Vivere con carità, con affetto, con simpatia, con amore, vivere per amare, vivere per essere utile, vivere per renderci sempre più vicino alla santificazione che incessantemente l’Agape divina ci dona come un Battesimo di Spirito Santo significa unirsi a Dio in Cristo per opera dello Spirito Santo con i Sacramenti. Il momento Eucaristico non è solo un Miracolo che transustanzia Pane e Vino nel Corpo, Sangue, Anima e Divinità di nostro Signore Gesù Cristo, ma l’opera dello Spirito Santo ci pervade di una beatitudine, di una gioia, di un abbraccio con la Santissima Trinità, con Maria Vergine e i Santi che circondano l’Altare di Dio che non dovremmo neanche più toccare il pavimento, perché abbiamo un momento di Paradiso che continuamente ci ricorda che Cristo è morto per noi dopo una Passione crudelissima ed è risorto per dire a una donna “va a dire ai miei Discepoli che sono risorto e che Li aspetto in Galilea”.

A fare esperienza viva di Dio che mi ama, mi perdona, non può stare senza di me(noi) e non ci lascia mai, anzi, soprattutto nella sofferenza, soprattutto nelle prove ci tiene per mano e ci dona la forza di essere capaci a dire incessantemente “mio Dio Ti offro tutto, Ti dono me stessa, mi affido e confido in Te”. Se così non fosse satana ci distruggerebbe e ci dannerebbe ed è sotto i nostri occhi che dico la verità, perché chi ha escluso Dio dalla propria vita o chi serve Dio in modo indegno del Suo Battesimo, sono il veleno potente che ha messo l’intera umanità nella mani maligne di piaceri, rancori, ingordigie, corruzioni, ecc., senza parlare delle migliaia di donne uccise dagli uomini e dalle follie infernali che continuamente ci rivelano i nostri cari telegiornali; sarà, forse, perché sono troppi gli omicidi, sono troppi gli stupri, le violenze di ogni tipo che non parlano mai delle cose belle che sono nella Chiesa e che ciascuno di noi compie nei confronti di quella Carità che doniamo quando Dio è come il lievito dentro di noi che ci prepara per diventare pane ben lievitato e molto generoso per sfamare il Corpo e l’Anima.

Ve lo ripeto, è Dio che non può fare a meno di noi, non ci ha creati per abbandonarci, per mandarci all’inferno o perché chi sbaglia paga; ragiona così chi sta nel mondo. dio, Padre, Figlio e Spirito Santo nei ruoli divini compartecipa un solo e immenso desiderio: non lasciarci mai. Chi ne fa e ne ha fatto esperienza ha conosciuto una beatitudine che niente al mondo può eguagliare. Fare esperienza che Dio non ci lascia mai è un piccolo assaggio di Paradiso in questo mondo. Ecco perché chi ne ha fatto esperienza desidera santificarsi per goderne per l’eternità. Se così non fosse satana ci avrebbe già distrutti, dannati e non potremmo sperare niente, né oggi né in futuro.

Dio è Amore, un grande Amore, l’Amore più completo, più perfetto, più sublime; è un Amore che ti fa affrontare la vita non come un castigo, una maledizione o che altro, ma è veramente un Compagno di cordata. Le nostre preghiere per la Cordata d’Amore, essendo un’ispirazione di Dio, anche se chi aderisce non ci conosce e noi non li/le conosciamo, arrivano a Dio come un abbraccio d’Amore, come una carezza a Gesù Bambino, come se ci inginocchiassimo di fronte al Tabernacolo, perché la preghiera è ciò che Dio  ci ha donato per fare di noi dei figli onnipotenti che si offrono a Lui con la preghiera, con l’adorazione, con la Santa Messa, con la carità. Pregare significa anche contraccambiare l’Amore che Dio incessantemente ha per noi.

In un mondo in cui tutto ciò che interessa agli essere umani, o ad una buona parte di essi, è sesso, potere, piacere, vincere, avere delle soddisfazioni, come ballare, mangiare, ecc., non possiamo trovare un esercito veramente cristiano e veramente consapevole di essere figlio/a di Dio e perciò siamo forse in pochi, ma la Fede nella Parola di Dio ci dice “là dove due o tre sono uniti in Nome mio, Io sono con loro”.

Fare Eucarestia vuol dire che ovunque siamo, senza confini, la nostra preghiera è un grande, grande, grande dono d’Amore che noi facciamo a Dio ed al prossimo.

Ho visto con piacere che molte persone hanno imparato a chiedere preghiera per i malati, per i bambini, per gli anziani, per le varie situazioni umane che dobbiamo subire; ma ricordatevelo bene che per Amore di Gesù e per il Suo Sacrificio immolato continuamente su tutti gli altari del mondo noi abbiamo raggiunto tante piccole e grandi vittorie. Vi prego di sentirvi ringraziati, abbracciati. Vi prego di vedermi su voi come una mamma che asciuga le vostre lacrime con la sua scelta di desiderare Dio, di amare Dio a qualsiasi costo e nonostante la persecuzione morale, spirituale e umana che questa vita, di stare nel mondo senza essere del mondo, mi ha dato tante occasioni per amare sinceramente con tutto il cuore e senza mai averci guadagnato umanamente qualcosa.

L’Eucarestia ricevuta ogni giorno è come essere miliardari, è come non avere limiti, perché Gesù può tutto e Lui ha detto “qualunque cosa chiederete nel Mio Nome vi sarà data”.

Quando mi devo fermare a causa della salute e non posso chiedergli perdono per aver concentrato la mia mente su altre cose, quando non posso ricevere la Sua Misericordia attraverso i Sacramenti mi sento come se non fossi Sua figlia e sento un gran bisogno di pregare per ricevere la Sua Grazia, i Suoi Meriti, il Suo consiglio, il dialogo che mi dona fortezza che mi viene dalla certezza che Dio mi ama e la sofferenza fisica, allora, spesso diventa nel mio cuore come i Doni dei Re Magi a Gesù Bambino; tanto è forte il desiderio di incontrarLo nel prossimo, di servirLo, di accoglierLo e di amarLo, anche se so che non potrò mai fare altro che un piccolo gesto al confronto della Sua immensità divina.

I Sacramenti sono il rapporto di Fede, Fedeltà e Fiducia che ci fanno fare esperienza viva della vita mistica. Fede, Speranza e Carità sono le virtù teologiche, un dono di Dio, una grazia e certamente la Carità in questo mondo ci serve per desiderare di raggiungere la Carità divina che regna in Paradiso e che è la virtù dei beato e dei Santi; è quello che ci conduce, per dirlo in modo semplice, a fare del bene spinti dai Doni che Dio ci ha dato per meritare la Vita Eterna. Mentre la Fede è da coltivare come un giardino che tutto i giorni fa crescere un fiore nuovo, la Fedeltà, invece, è quella che i Cristiani, per non rinnegare Cristo, sono andati incontro alla morte pregando e invocando l’Amore che li avrebbe aiutati a vivere la morte con dignità e fierezza. La Fiducia, poi, è un dono intimo, personale che crea in noi un dialogo appassionato d’Amore che non si rivolge a Dio per chiedere un posto di lavoro, perché tutto vada bene, perché la spina come la mancanza d’educazione, le diversità di comportamento, un’abitudine ad interessarsi dei fatti altrui e ad arrabbiarsi se le cose non sono come le vogliamo noi. Questa spina può essere sul lavoro, dove abitiamo, dove siamo abituati a compiere i nostri doveri quotidiani. La Fiducia in Dio, però, rende incrollabile perché è un’esperienza viva che possiamo, a ben volere, vedere nella nostra vita mistica, cioè quella che viviamo interiormente con le esperienze spirituali, ecclesiali che Dio ci permette per potergli sempre dire “Signore io ti amo”.

La Fiducia è da coltivare, da far crescere, da donare quando qualcuno non crede in Dio, quando Gli porta rancore per le sue disgrazie, o la sua sofferenza diventa troppo. Noi non pensiamo mai che di questo ne siamo la causa, perché purtroppo nessuno di noi è senza peccato. Cominciare già da questo mondo a pagare il prezzo della Giustizia di Dio, che pur essendo Egli infinitamente, al di là di ogni immaginazione, caritatevole, è doveroso comunque sapere e tenere presente che chiedere perdono, ringraziare Dio per tutto quello che ci dona, per ogni volta che la nostra preghiera ha ottenuto qualcosa è come un balsamo sulle ferite di Cristo per rendere sempre più sacro il nostro aver scelto Dio.

La vita mistica del cuore “Padre, così come Io e Te siamo una cosa sola, che anche loro siano una cosa sola con noi”. Il Battesimo è il primo passo verso la realtà sponsale e mistica che ci introduce nella grande Luce e ci indirizza verso gli altari dello Spirito Santo. questo Amore perfetto di Dio, cioè lo Spirito Santo, sigilla in ogni creatura queste possibilità escatologiche, sigilli in ogni creatura il Segno di Croce con il quale siamo diventati Cristiani e dopo il Sacrificio di Cristo l’opera dello Spirito Santo è un vero patto di Alleanza, di Appartenenza, una Presenza viva che ci rende consapevoli della Presenza di Dio con noi, per noi e in noi. Presenza che ci libera con la resurrezione di Cristo da ogni possibilità di cadere nelle mani del demonio. il peccato grave ha molte dimensioni, ma Cristo lo ha già pagato per tutta l’umanità.

Io mi devo sentire una gioia gaudiosa, come quella che ha provato la Vergine quando ha sentito il Suo Bambino nel seno materno. La sofferenza mi deve aiutare ad abbracciare la Croce con serenità e mi deve aiutare ad alzare gli occhi al Cielo, come ha fatto Gesù dopo la resurrezione, quando è stato asceso al Padre. Ogni più piccola serenità, gioia, ogni più piccolo affetto vero, sincero, non come lo dà il mondo, con tradimenti, con trucchetti, con situazioni che se siamo in buona fede potrebbero anche farci molto male, ma se noi crediamo e la nostra Fede è vera noi conosciamo, nel fare Comunione universale, con tutti gli altari del mondo e non solo con quello davanti a cui stiamo assistendo la Celebrazione Eucaristica; e questo sentirci di appartenere al mondo, non dell’uomo, ma di Dio, ci dà, a secondo della nostra Grazia, l’esperienza della Gloria di Dio che ci aspetta e che sta facendo di tutto. In questo momento non possiamo certo dire che non sia così, poiché che le apparizioni e le esperienze di ciascuno siano o no vero, là dove il popolo di Dio si confessa, chiede perdono, la dove passano anni e la gente torna a pregare, conosce l’esperienza del Divino, dobbiamo allora avere il coraggio di giocarci la faccia. Mai però di giudicare, mai di condannare, mai di perseguitare, mai parlare in modo da distruggere la vita degli altri, perché a Dio niente è impossibile; e se questo è per farci ritornare alla Grazia del Battesimo, al Dono dell’Eucarestia, alla presenza dello Spirito Santo in noi che ci ha sigillati come persone sacre, perché i sacramenti consacrano, incessantemente dobbiamo saper dire “grazie Signore, grazie mio Dio, grazie Amore dell’Altissimo”.